Gianna Binda, nasce a Veleso in provincia di Como, il 25/05/1954. Figlia del mondo. Dopo una separazione dolorosa per lei e per i figli, si laurea in farmacia nel 2008, sua seconda laurea.

L’approccio al mondo della letteratura incomincia nel 2009, con la collaborazione con riviste come ARTINSIEME e con articoli pubblicati anche sul web.

Pubblica il suo primo romanzo nel 2009: “Volevo solo separarmi”, edito da Edizioni Eldorado di Lugano, dove lavora in quegli anni come farmacista. Pubblica poi: “La luce della Libertà”, “Uomini liberi – la democrazia passa per la Tunisia”, “Quel ramo del lago di Como… quello che ne resta”, “Nemmeno di fronte all’evidenza dei fatti”, continuazione del primo romanzo per affrontare la brutta storia, simile a tante, che si verificano quando si vogliono derubare le persone oneste. Ultimo romanzo pubblicato “La mia isola – come vivere felici in un mondo senza denaro”. Pubblica le raccolte di poesie “Verso di luce” e “Onde di emozione”, in cui vi è una visione del mondo ideale dove le vibrazioni energetiche positive prevalgono e diffondono l’armonia universale.

Il romanzo “La mia isola – come vivere felici in un mondo senza denaro” può essere considerato un saggio ideologico in cui l’autrice propone un progetto economico e sociale alternativo alla società vorace in cui si trova a vivere suo malgrado.

Intraprende anche l’esperienza pittorica e dipinge le copertine di “Onde di emozione”, “La mia isola – come vivere felici in un mondo senza denaro” e una sua incisione è la copertina di “Nemmeno di fronte all’evidenza dei fatti”. Si cimenta anche con l’incisione, la pittura su ceramica, la pittura ad olio e si avvicina alla scultura.

Il suo impegno sociale sfocia in candidature per le Elezioni Amministrative di Como del 2007 e del 2012 e in quelle politiche per la Camera dei Deputati nel 2008.

Ha partecipato alle manifestazioni delle auto d’epoca e ha vinto il Trofeo Zanon, nell’aprile del 2007, su Lancia Aprilia con Maria Teresa Rossini.

“Se non c’è vita non c’è mistero”.

Identità svelate e principi fondanti nell’arte di Aurelio Gomes, la cui identità è spesso misteriosa e sfuggente. La sua arte è una sorta di meraviglia ancestrale, tesa ad esaltare qualsiasi bellezza universale.

C’è tanta manualità, unita ad uno sforzo fisico frutto di un sacrificio incomparabile derivante dall’impiego serrato di tempo ed energie, manifestata tramite una lavorazione che emerge.

Una dimensione operativa, quest’ultima, che riporta Gomes al passato, all’Ottocento, quando esponenti delle arti e mestieri misero in discussione, con la loro reinterpretazione delle arti e dell’artigianato, la creazione di manufatti artistici. Così come ogni loro pezzo era un unicum, anche ogni opera pittorica eseguita da Gomes è irripetibile.

Il suo essere artista è concepito come una sorta di missione spirituale rivolta all’affermazione della bellezza e alla difesa di qualsiasi tematica estetica, sia materica che commerciale.

A tal proposito Aurelio Gomes ha sempre cercato di non svelarsi ed essere giudicato attraverso le sue opere. Egli chiede di leggerle per conoscerle e valorizzarle.

Massimo di Manno nasce a Fondi (Latina) il 23 giugno 1962. Quarto di cinque figli da sempre attento alle esigenze e ai bisogni familiari.

Fin da bambino mostra interesse verso l’arte e le sue tante sfumature. Grazie ai sacrifici dei genitori e dei suoi fratelli maggiori, nell’anno scolastico 1980/1981 consegue il diploma di perito tecnico industriale presso l’Istituto Tecnico Industriale “A. Pacinotti” di Fondi. Terminati gli studi inizia a lavorare, dapprima in una nota bottega di scarpe di Fondi, dove ha modo di affinare il suo senso dell’estetica e del gusto, successivamente si dedica con i fratelli all’attività di vendita al dettaglio di frutta e verdura nei mercati rionali del Comune di Roma. Negli anni duemila è assunto come Collaboratore Scolastico presso vari istituti della Provincia di Treviso.

È in questo periodo che riscopre le sue doti artistiche, così tanto da iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Si laurea nell’anno accademico 2008/2009 in Arti Visive e Discipline per lo Spettacolo, elaborando la Tesi di Pittura sulle Avanguardie storiche e Marcel Duchamp. Dopo circa dieci anni di lavoro nelle scuole di Treviso, ottiene il trasferimento in Provincia di Latina.

La sua passione per la pittura lo porta a realizzare diverse opere, protagoniste di numerose mostre, premi e pubblicazioni. Oltre agli interessi artistici e culturali ama viaggiare e incontrare nuova gente; una delle sue mete preferite è la Russia, terra da lui tanto amata.

Muore il 29 settembre 2019 all’età di 57 anni per un malore improvviso. Di lui resta vivo il ricordo della sua bontà, allegria e delle sue doti artistiche.

L’Associazione culturale Contrada Selvavetere nasce dalla volontà di realizzare iniziative che coinvolgano i residenti della contrada e non, e soprattutto risvegliare quel senso di comunità ai quali moliti auspicano.

L’associazione mette al centro dei propri progetti l’essere umano nei rapporti interpersonali e nella capacità degli stessi di rapportarsi all’ambiente circostante in cui vivono.

Le iniziative vengono studiate per favorire l’interazione tra le persone e soprattutto le varie generazioni, coinvolgendo nonni e nonne, mamme e papà, figli e nipoti.
Si parte da un’idea e si passa necessariamente per dei “lavoretti” manuali che vengono poi venduti per sostenere le spese dell’idea iniziale.

L’associazione vanta progetti artistici realizzati grazie all’uso di materiali destinati alla discarica; tra questi i più importanti “Il presepe sul mare” (basta inserire il testo su Google per ritrovare le immagini) e “Estate 3.0”, ultima iniziativa che ha riscosso grandissimo successo anche sulla stampa locale.

Vincenzo Del Signore nasce a Pontecorvo (FR) il 24/09/1980. Frequenta la facoltà di Architettura all’Università “Sapienza” di Roma.

Architectural designer e art designer, lavora in diversi settori: design architettonico, scultura, installazioni luminose e arte presepiale. La formazione professionale ed artistica avviene lavorando sul campo. Frequenta vari studi di progettazione e diverse botteghe di artisti locali, ampliando così il proprio bagaglio artistico, architettonico e culturale.

Nella personalità artistica emerge una tecnica interpretativa peculiare, originale sperimentazione materica ed eloquenza delle forme. Venature sinuose mutano nell’essenzialità delle geometrie, nella modulazione dei volumi e delle tensioni. Figure umane conducono l’osservatore entro cavità intime e snodi poetici. Torsioni, slittamenti, verticalità di elementi strutturali seguono le esigenze ideative dell’artista, ricercando identità ed evidenziando valenze sensoriali cromatiche. La morfologia plastica è luce dell’inconscio: spazialità e libertà compositiva si traducono in sagome dialoganti, respiro espressivo che interroga la scultura e ne dilata il senso. L’osservatore non si riconosce in forme concluse ma in un gioco tra pieni e vuoti, nella linearità di una sensibilità percettiva, custode di sinestesie e di un linguaggio scultoreo cadenzato da un intreccio palpabile e al contempo sfuggente. L’opera diviene spunto narrativo che informa l’immaginazione e la calibra su stratificazioni interiori, tra spartiti non cristallizzati ritmicamente e armonicamente. Intenzione dell’artista non è soggiacere alla staticità materica ma indagarla oltre il visibile, nella curvilinea tridimensionalità dei corpi allungati e dinamici che, con leggerezza evocativa, si ricolleghino ad arcane e universali memorie.

Vive e lavora tra Roma e Cassino, dedicandosi allo studio di progettazione, al laboratorio di scultura e all’atelier. Progetta e crea con lo spirito della ricerca continua, formale e materica, proponendo una sua personale rilettura del design e della scultura, dove l’uno insegue l’altro, sostenendo che la creatività è coraggio.

“Bisogna avere il coraggio di non essere capiti, sapendo che non esiste né un ambiente né una forma perfetta per tutti, ma esiste solo un’emozione.”

 

Artista eclettico, affascinato da tutto ciò che si può trasformare, elaborare, inventare e costruire. E’ laureato e specializzato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma in Scenografia.

È durante la maturità artistica (Arti della Grafica Pubblicitaria e Fotografia), presso l’Istituto Statale d’Arte Capogrossi di Pomezia (RM), che scopre la passione per la Storia dell’Arte e per l’Archeologia, tanto da spingerlo a seguire corsi privati di Restauro. Partecipa a varie mostre e riceve il primo premio dal critico Fattino Tedeschi.

Con la passione, la tenacia e l‘impegno, che sempre lo hanno contraddistinto, supera il concorso e si specializza alla Scuola dell’Arte della Medaglia, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, vincendo la borsa di studio per una durata di 2 anni , dove lavora con grande entusiasmo collaborando con altre persone in uno scambio reciproco di competenze.

E’ stato selezionato dalla Scuola e dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte per il tirocinio «una Scuola un lavoro» che ha svolto presso la gioielleria Porro di Roma, dove si è distinto per il buon livello di professionalità e affidabilità, oltre che le qualità tecnico artistiche.

Attualmente è impegnato a lavorare nel campo della scenografia con sculture di polistirolo per parchi giochi, carri carnevaleschi e spot pubblicitari. Gli piace portare il suo lavoro nei suoi interessi e i suoi interessi nel lavoro.

Artigiana-artista vive e crea secondo ispirazione ad Aprilia. Nel suo studio laboratorio si dedica da anni allo studio e alla sperimentazione delle tecniche di lavorazione del vetro. I suoi lavori riguardano la realizzazione di vetrate artistiche legate a piombo, tecnica Tiffany, le decorazioni sabbiate su vetro e specchi e l’oggettistica in vetrofusione per arredamento.

Il suo viaggio nel vetro inizia negli anni ’80, frequentando un corso per vetrate artistiche legate a piombo e Tiffany in un laboratorio artigianale di Siena.

Nel 2001 si avvicina alla vetrotrofusione, imparando le prime tecniche di base. Inizia dalla compatibilità dei vetri da fondere fino a prendere confidenza con i forni per vetrofusione e le sue curve di cottura presso il laboratorio di arti applicate “Pandora” di Sorano (GR).

Nel 2002 – 2003 – 2006 – 2009 seguono approfondimenti sulla vetrofusione presso Glass Fusing Art School di Miriam Di Fiore, Artista Internazionale a Mornico Losana (PV), imparando la tecnica “LIGHT PAINTING” (dipingere con la luce), usando vetro in polvere di varia granulometria come fosse colore.

 

Pittore, scultore, ideatore di schizzi e bozzetti, vignettista, ha manifestato da sempre una grande versatilità e spiccate doti nel campo artistico, passando dalla pittura figurativa al disegno, dalla grafica acquerellata alle vignette e alle caricature.
Poi la scultura: gessi, terracotta, tufo e bronzo. Allievo del Maestro G. De Vincenzo, insigne esponente della scultura partenopea contemporanea, Mastroberti deve in parte a lui la scelta della scultura come espressione di privilegio nel proprio panorama artistico ed emozionale.

Attualmente, infatti, si dedica soprattutto alla scultura proseguendo nella ricerca di forme e di materiali. Alcune sue opere sono state acquisite e quindi esposte in musei: il MUSMA di Matera, la Pinacoteca di Arte Contemporanea di Bernalda /Metaponto (MT), il museo di Pulcinella Acerra (NA). Ballerine, donne, cavalli, Pulcinella, costituiscono il repertorio preferito dall’artista. Mastroberti ama solo abbozzare le sue filiformi creazioni che ci restituiscono da un lato la sensazione visiva impressionista, dall’altro lo slancio dinamico futurista. Il suo profondo sentire, la sua grande spiritualità si ascoltano nel pathos di alcune figure che spesso presentano tratti espressionisti, mentre il “non finito” di alcune sue opere evidenziano la materia che prevale sulla figura.

Lo scultore è autore di diverse opere pubbliche tra cui il LOGO dell’Ospedale di Salerno, il Monumento “La vittoria alata” e la fontana monumentale di “Bacco e Arianna” a Sant’Angelo le Fratte (PZ), il ritratto in bronzo di Totò a Ravello (SA).

Matilde Mancini vive e lavora a Roma. Dopo un breve percorso nella pittura, si dedica, dalla metà degli anni novanta, esclusivamente alla scultura.

I suoi lavori sono stati esposti a Roma, presso la Galleria d’Arte Latina (1995) e presso la Galleria San Carlo (1997). Nell’Ottobre del 2000 ha esposto in una personale, a Roma, presso la Galleria d’Arte “Fidia” e nel 2001 ha partecipato ad una mostra organizzata dal Comune di Subiaco (Roma). Nella stagione 2006/2007 è stata invitata a partecipare a numerose mostre collettive organizzate dalla Regione Piemonte. Nell’Agosto del 2010 ha partecipato alla collettiva “La scultura a Capri – Forme e Visioni” organizzata da Italian Art Collection. Nella primavera del 2014 ha esposto in una personale presso la Galleria “Fidia” di Roma e successivamente in una collettiva a Palazzo della Racchetta a Ferrara. Nel 2015 è stata ospite di una collettiva nella Chiesa S. Maria di Loreto Roma ed ha esposto in una personale a Cortona nel Chiostro di Sant’Agostino. E’ stata inserita nel nuovo testo “Percorsi d’arte in Italia 2015”, edito da Rubbettino e curato da Enzo Le Pera, pubblicato a settembre 2015. Nella primavera del 2016 ha esposto alla mostra “Oltre la scena” presso la Galleria GoTo di Torino. A maggio 2017 le sue sculture sono state esposte a Roma in una personale presso lo Spazio Porta Mazzini – Micro Arti Visive.

Le sue mani come strumento per la realizzazione di sculture, creazioni, ma anche ceramiche d’uso, d’arredamento e quadri ad olio su legno.

Il Diploma come Ceramista, conseguito nel 1997, ha confermato e stimolato la sua capacità espressiva; le opere in ceramica, in particolare, decorano in modo artistico gli ambienti e possono essere utilizzate per un regalo, ed anche essere ordinate e personalizzate secondo le esigenze.

Tra le sue esposizioni ricordiamo la Mostra Personale “Riflessi d’emozione” al Museo della Ceramica – Polo Museale Gualdo Tadino nel 2014 per scelta della Direttrice la dott.ssa Catia Monacelli. In tale occasione le opere ceramiche di Maria Pia Rella sono state inserite in un contesto particolare e significativo per le opere d’arte presenti in esposizione, antiche e moderne.

Dal 1998 ha espresso la sua arte anche nell’organizzazione di mostre, eventi e SpaziOfficina. Il suo ‘Libero Creativo’ laboratorio a Roma, è diventato il nome che la rappresenta.

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