Castello Caetani

17 Luglio 2021 - 29 Agosto 2021
10.30 - 12.30 e 18.00 - 22.00

IL CASTELLO CAETANI DI FONDI

Anche se l’inizio della costruzione del maniero fondano è da datare al 1319, quando fu rimaneggiato ad opera dei Caetani la stessa cinta muraria del castrum fundanum d’età romana repubblicana, il Castello Caetani testimonia almeno tre distinte fasi costruttive: la prima parte databile al XIII secolo ca. e riguardante lo zoccolo di base poggiante sulle mura del castrum romano; l’edificazione delle torri angolari e della torre detta squadrata degli inizi del XIV secolo; l’innalzamento del mastio della seconda metà del XV secolo.

La città, nel 1378, sotto Onorato I Caetani, fu sede dell’elezione dell’antipapa Clemente VII, investitura che valse a Fundi l’appellativo di “città di Satana” e che segnò l’inizio dello Sisma d’Occidente, portando il maniero, già parzialmente edificato, ad assumere un ruolo preminente accanto al palazzo nobiliare della famiglia.

I possedimenti cittadini passarono, per ragioni di unioni famigliari, prima ai Colonna e poi ai Gonzaga, la cui massima esponente fu Giulia, la cui bellezza venne apprezzata e riconosciuta anche nell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. All’epoca di Giulia Gonzaga la città e il castello assunsero sempre maggiore prestigio divenendo un circolo per i maggiori artisti europei, tanto che la città fu chiamata “la piccola Atene”, per via degli eventi culturali svolti nel castello e nel palazzo adiacente. La figura di questa donna di origini mantovane, tanto intelligente quanto abile nelle contrattazioni politiche, divenne ben presto famosa in tutta Italia.

Il periodo di massimo splendore del palazzo e del castello Caetani di Fondi coincide con la stagione quattrocentesca in cui, grazie ad un’accorta politica di fedeltà ai sovrani di Napoli, angioini e poi aragonesi, Cristoforo e Onorato II Caetani innalzarono ad altissimi livelli la ricchezza e il prestigio del ramo napoletano della Domus Caietana. Fondi divenne il centro di direzione politica e amministrativa di un rilevante complesso di feudi e il palazzo, più volte ingrandito e abbellito, così come il castello, assunse il valore di emblema della grandezza raggiunta dalla famiglia.

Proprio a Cristoforo Caetani, conte dal 1423 al 1441, è da attribuire un ruolo importante nel rifacimento di quello che i documenti coevi chiamano il magnum palatium, il cui nucleo originario, addossato alle mura romane e al torrione normanno, si espande verso la piazza antistante la cattedrale. La ventata di rinnovamento coinvolse in realtà l’intero impianto cittadino, e il nuovo stemma dei Gaetani d’Aragona, ottenuto per privilegio reale nel 1466, divenne lo stemma rappresentativo della città.

Dopo la fioritura quattrocentesca, con l’allontanamento dei Caetani d’Aragona da Fondi, ebbe inizio un periodo di costante declino, interrotto forse esclusivamente dal breve periodo (1526-1535) in cui proprio la contessa Giulia Gonzaga fece del castello e palazzo la propria dimora abituale, talora insieme alla figliastra Isabella Colonna e al nipote Vespasiano Gonzaga Colonna, che a Fondi nacque nel 1531. Su questo processo di lenta decadenza incise in modo traumatico l’incendio divampato il 24 dicembre 1798, in occasione dell’entrata delle truppe francesi nella città. Le fiamme investirono principalmente il Palazzo Caetani provocando danni tali che i principi Di Sangro, allora signori di Fondi, preferirono chiudere un’ala dell’edificio piuttosto che ripristinarla.

Da questa fase in poi il castello vive più volte fasi di rimaneggiamento, pur mantenendo in buona sostanza la sua struttura generale per come ancora si conserva.

Nel 1840, a causa di pericolosità, la merlatura del mastio fu abbattuta per poi essere parzialmente ripristinata. Dal 1861 al 1931 fu trasformato in carcere, tanto da conservare ancora alcuni dei graffiti realizzati dai prigionieri sull’intonaco interno.

Dopo un periodo di risistemazione e rivalutazione, con un generale restauro, il Castello fu adibito a Museo Civico Storico e Archeologico, conservando ancora tale destinazione d’uso.

Alla collezione museale, che prevede quattro sezioni partendo dall’età preistorica, passando alla romana repubblicana e imperiale, sino alle testimonianze tardoantiche, si affianca una sezione adibita a pinacoteca con ritrattistica ufficiale di alti prelati presenti nella città in età medievale.

Il patrimonio archeologico cittadino, soprattutto per ciò che concerne la statuaria, risulta in realtà suddiviso in due sezione, una delle quali ubicata nel chiostro della chiesa di San Francesco, che conserva alcuni pregevoli reperti d’età romana che riescono a far emergere l’importanza assunta dalla città soprattutto in età augustea, quando Livia Drusilla, d’origine fondana, andò in sposa in secondo matrimonio ad Augusto, facendo innalzare la bellezza della cittadina del basso Lazio a rango imperiale.

Il maniero fondano, resta una delle grandi strutture gentilizie meglio conservate del Lazio meridionale, restituendo dal suo terrazzo alto una completa visuale sulla piana amiclana e sullo spaccato marino racchiuso tra i promontori di Sperlonga e Terracina.

Dott. Alessandro De Bonis

Archeologo, ex Direttore del Museo Civico Storico e Archeologico di Fondi

 

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