Matilde Mancini

Matilde Mancini vive e lavora a Roma. Dopo un breve percorso nella pittura, si dedica, dalla metà degli anni novanta, esclusivamente alla scultura.

I suoi lavori sono stati esposti a Roma, presso la Galleria d’Arte Latina (1995) e presso la Galleria San Carlo (1997). Nell’Ottobre del 2000 ha esposto in una personale, a Roma, presso la Galleria d’Arte “Fidia” e nel 2001 ha partecipato ad una mostra organizzata dal Comune di Subiaco (Roma). Nella stagione 2006/2007 è stata invitata a partecipare a numerose mostre collettive organizzate dalla Regione Piemonte. Nell’Agosto del 2010 ha partecipato alla collettiva “La scultura a Capri – Forme e Visioni” organizzata da Italian Art Collection. Nella primavera del 2014 ha esposto in una personale presso la Galleria “Fidia” di Roma e successivamente in una collettiva a Palazzo della Racchetta a Ferrara. Nel 2015 è stata ospite di una collettiva nella Chiesa S. Maria di Loreto Roma ed ha esposto in una personale a Cortona nel Chiostro di Sant’Agostino. E’ stata inserita nel nuovo testo “Percorsi d’arte in Italia 2015”, edito da Rubbettino e curato da Enzo Le Pera, pubblicato a settembre 2015. Nella primavera del 2016 ha esposto alla mostra “Oltre la scena” presso la Galleria GoTo di Torino. A maggio 2017 le sue sculture sono state esposte a Roma in una personale presso lo Spazio Porta Mazzini – Micro Arti Visive.


CADUTA – bronzo a cera persa – 65x12x2013 cm – 2000

La scultura fa parte di un ciclo di opere ispirate e dedicate alla donna, colta talora in momenti di tragica transizione, di abbandono, di malinconico dissolvimento o di resa provocatoria. In questo lavoro, l’equilibrio è precario, la figura tende a perdere ogni riferimento spaziale ed ogni stabilità fisica ed emotiva, e a precipitare in uno spazio sconosciuto eppure conserva, nel suo perdersi, un trasalimento sensuale che sembra sfuggire ad ogni forza gravitazionale.

EMERSIONE – radice di ulivo – 76x70x13 cm – 2016

Quest’opera, in radice d’ulivo, appartiene ad un ciclo in cui l’evoluzione delle forme suggerisce metamorfosi psichiche e ricomposizioni identitarie, conseguenti a nuovi vissuti cognitivi ed emotivi. La natura, luogo dove l’umano tende a trasmutarsi e a vibrare, è intrisa di tensioni metafisiche; la forma, fluida, diviene energia, le linee della scultura si modulano nello spazio e i volumi si impennano in una sublimazione finale, quasi a mettere le ali alla materia.

Altre Opere

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